Il mandorlo è un albero resistente, di precoce fioritura, adorna il giardino e ci regala un frutto prezioso
Il Mandorlo (Amygdalus communis) è una pianta originaria dell’Asia centro occidentale, introdotta in Sicilia dai Fenici, proveniente dalla Grecia, tanto che i Romani lo chiamavano “noce greca”.
Il mandorlo Appartiene alla Famiglia delle Rosaceae, sottofamiglia Prunoideae. I portinnesti disponibili in Italia sono pochi e non sempre i più validi per adattabilità, affinità e resistenza alle avversità, ma vale comunque la pena di inserire nel nostro giardino o nel nostro frutteto questa pianta che ci regalerà, oltre ai frutti, una splendida fioritura di colore bianco o rosato quando molte altre piante sono ancora in riposo vegetativo.

Il frutto del mandorlo è una drupa che presenta esocarpo carnoso ed endocarpo legnoso contenente il seme o mandorla; questo è ricoperto da una pellicola liscia o rugosa, di colore variabile dal marrone all’ocra.
Quando fiorisce il mandorlo?
La fioritura varia da gennaio a marzo a seconda delle zone climatiche: le migliori sono le aree temperate dove meno frequenti sono le brinate tardive.
Come si coltiva l’albero di mandorle?
Si pianta come tutti gli altri alberi, in una buca larga e profonda con terriccio ricco di elementi nutritivi. Durante i primi 3-4 anni di crescita gli si fa adottare la forma a vaso a 4 – 5 branche, con opportune potature. La forma dell’impalcatura si ottiene con rami spuntati prima del germogliamento a 80 – 90 cm.

la pianta di uno o due anni, innestata, che acquistiamo in vivaio, si colloca in una profonda buca con terriccio e si pota a circa 1 metro dal suolo, spuntando i rami prima che questi germoglino.

Durante la crescita effettuiamo potature di ritorno che consistono nel raccorciare un ramo lasciando, al di sotto del taglio, un ramo laterale che sostituisca nelle funzioni la cima asportata.

Se la pianta viene cresciuta in vaso bisogna asportare annualmente i rami più bassi mantenendo una porzione di fusto libera.

Durante lo sviluppo, il mandorlo non necessita di frequenti irrigazioni, ma gradisce un arricchimento del terreno con azoto.
La concimazione
Oltre la concimazione organica d’impianto, dobbiamo effettuare per il mandorlo anche quella minerale che deve prevedere: 30-50 unità di azoto in autunno e altrettante unità durante la primavera-estate, distribuite in modo frazionato nel periodo compreso fra la fioritura e l’accrescimento dei frutti, evitando apporti in prossimità della maturazione.
Come potarlo
Il mandorlo ha bisogno solo di un poco di pulizia e alcune potature, cercando di contenere la sua crescita con tagli “di ritorno” raccorciando progressivamente i rami tornando indietro verso i rami più vicini al tronco. La potatura si esegue d’inverno, prima della fioritura.
Irrigazione
Le esigenze di irrigazione del mandorlo dipendono dalle condizioni climatiche, ma in generale questa pianta non necessita di molta acqua.
Il mandorlo in vaso
Il mandorlo può essere coltivato anche in un grande vaso tenendolo al sole, senza trascurare le annaffiature. A gennaio si pota liberando la parte bassa del tronco dai rami cresciuti in primavera. In inverno, quando perde le foglie e va in riposo vegetativo, andrebbe riposto in un ambiente coperto anche se resiste bene al freddo.
A primavera, bisogna evitare uno sbalzo di temperatura mettendolo fuori quando fa ancora molto freddo. Se all’interno vegeta bene, lo mettiamo fuori quando fà un po’ meno freddo. Se abitiamo in una zona particolarmente temperata non è necessario ricoverarlo d’inverno.
Le malattie del mandorlo
La lotta alle avversità dev’essere attuata con uso limitato o nullo di insetticidi. I danni causati da ragnetti, cocciniglie, tignole, ed altri insetti, vengono contenuti facilmente a livelli trascurabili con l’uso di appositi prodotti.
Merita particolare attenzione il “Capnodis tenebrionis”, coleottero che danneggia i mandorli scavando gallerie nei tronchi. Se abitiamo al nord o al centro Italia possiamo anche evitare trattamenti perché non farà gran danno.
Al sud, invece, prolifera molto bene e soprattutto se la pianta è molto giovane conviene distribuire, alla base del tronco, un fosforganico qualsiasi attivato con olio bianco. Questa miscela agisce su larve e uova.
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La raccolta delle mandorle
La raccolta delle mandorle si attua in agosto e settembre. Dopo la raccolta i frutti vengono fatti asciugare all’aria e poi essiccati.
Come si preparano le mandorle da mangiare

Per raggiungere il seme bisogna rompere (senza danneggiare il seme) l’endocarpo legnoso della mandorla, che è molto duro.

Il seme va liberato dalla sua pellicina rugosa. Per farlo immergiamo i semi in acqua calda per un paio di minuti.

Scoliamo i semi: l’acqua calda ammorbidisce il rivestimento distaccandolo parzialmente dal seme.

A questo punto è facile asportare la pelle. Le mandorle così pulite sono pronte per il consumo diretto e per ogni altra preparazione culinaria.
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