La pacciamatura può essere utilizzata in qualsiasi periodo dell’anno, sia prima della semina per proteggere le piantine che cresceranno, sia in inverno in vista del gelo: vediamo come realizzarla al meglio

La pacciamatura è una pratica conosciuta fin dalla più remota antichità. Consiste nel mantenere coperto il terreno imitando quanto accade liberamente in natura, quando le foglie secche, cadendo, si ammassano ai piedi degli alberi impedendo, o comunque limitando fortemente, la crescita di altre piante. Inoltre, un terreno totalmente scoperto, esposto al vento, al sole ed alla pioggia, difficilmente risulta fertile. Il naturale tappeto vegetale, che si forma col tempo (foglie, rami ecc…) mantiene umidità e temperatura costanti favorendo, tra l’altro, la vita e la proliferazione di quei batteri e microrganismi che sono preziosi all’ideale crescita delle piante. Vediamo con quali sistemi possiamo fare altrettanto.

Pacciamatura – Gli obiettivi

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Una buona pacciamatura è in grado di migliorare nettamente la qualità del terreno e quindi del giardino nel suo complesso. In particolare si ottiene:
• Controllo delle infestanti
 •Diminuzione del consumo idrico
 • Riduzione degli sbalzi termici principalmente nei mesi invernali
Protezione dalla forte azione di rovesci d’acqua, vento e sole
• Miglioramento della tessitura del terreno
•Risparmio di tempo e di lavoro grazie al superamento di ogni operazione di sarchiatura.

Pacciamatura chimica o meccanica?

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Le tecniche di pacciamatura sono varie: la più economica è quella chimica mediante irrorazione di antigerminanti che inibiscono la crescita di vegetazione indesiderata. Per la forte aggressività verso l’ambiente e la facilità di conseguente inquinamento dei corsi d’acqua, è stata oggi abbandonata. Attualmente per pacciamare, la tecnica più diffusa è la pacciamatura di tipo meccanico, che consiste nella posa, sul terreno, di un telo, cosiddetto antialga, di materiale sintetico (solitamente polipropilene) di colore nero o verde. Sul telo, per motivi estetici, vengono poi abitualmente posati due tipi di pacciame: inorganico come lapillo vulcanico (1), ghiaia, argilla espansa, conchiglie; oppure organico come corteccia (2), foglie, truciolo, rametti, torba, ecc….

Diversi tipi di pacciamature

1,2 Gusci di nocciola e di cacao: Scarti della lavorazione di nocciola e cacao, contengono molta lignina e la loro struttura rimane inalterata nel terreno per molti anni. Vanno disposti in uno spessore di 5 centimetri.

3 Trucioli di legno: Facilmente reperibili, sono lo scarto della lavorazione del legno. Bisogna stare attenti però che non siano stati trattati con sostanze chimiche e vernici che risultano tossiche per le piante. Lo spessore sarà di 5-8 centimetri.

4 Fibre di cocco: Si possono trovare in commercio sotto forma di rotoli o strisce, grazie al loro colore sono molto adatti ai giardini rustici e sono costituiti dall’essiccazione della fibra esterna del cocco. Lo spessore in questo caso sarà di 3-5 cm.

5 Tessuto non tessuto pacciamante (TNT): Rivestito con uno strato di rame: viene venduto in dischi di vari diametri da mettere alla base delle piante, il lato del rame va in alto e oltre a tenere il terreno umido è ottimo per tenere lontane le lumache, lo spessore è di pochissimi millimetri.

6 Teli di tessuto biodegradabile: Sono realizzati con paglia, mais, feltro vegetale, fibra di cocco. Si decompongono senza inquinare il terreno in 1-3 anni.

7 Scaglie di materiale lapideo: Sono gli scarti della lavorazione di ardesia, marmo, granito. Sono molto decorativi per i vari colori che possono donare al giardino, lo spessore sarà di 3-5 centimetri.

8 Argilla espansa: è composta di granuli sferici di colore bruno, non rilascia sostanze tossiche e se viene interrata serve per aumentare l’aerazione del terreno. Lo spessore sarà di 3 centimetri.

9 Lapillo vulcanico: è uno dei materiali più decorativi, ottimo quindi per le aiuole.

10 Scaglie di corteccia è il tipo di pacciamatura più diffusa, quindi facilmente acquistabile nei garden center. Anche queste sono scarti della lavorazione del legno, ma sono di dimensioni più grandi. Vanno disposte in uno spessore di 8-10 cm.

Posa del telo Pacciamante o telo per pacciamare

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Un innovativo sistema di pacciamatura si basa sulle eccellenti prestazioni di un telo non-tessuto di poliestere (PET), un materiale riciclabile al 100%; anche dopo 20 anni, o più, non subisce degrado. Il telo per pacciamare garantisce costantemente al terreno il giusto grado di umidità con assorbimento e rilascio progressivi e graduali. L’apparato radicale, anche in presenza di forti e repentini sbalzi termici, di forte gelo e di altre condizioni climatiche avverse, rimane costantemente ben protetto anche per le specie di piante più sensibili e delicate. In foto: il telo Hoasi di Barbiflex (www.barbiflex.it)

  1. Per ottenere duraturi risultati è fondamentale pulire accuratamente il terreno prima della posa, per poi diserbare.
  2. Visto l’alto potere drenante del telo di pet, l’impianto di irrigazione può essere posizionato sia al di sotto che al di sopra del telo, anche se la posa sottostante, oltre a garantire un miglior risultato estetico, protegge le tubazioni dall’azione dei raggi ultravioletti.
  3. I teli vanno srotolati sul terreno senza tirarli.
  4. Per il taglio conviene utilizzare forbici in grado di effettuare tagli precisi e rapidi. Anche un semplice cutter si presta ottimamente allo scopo.
  5. Il fissaggio al terreno avviene con gli appositi picchetti sagomati che, oltre a penetrare nel terreno senza sforzo, grazie alla lega resistente ed al taglio diagonale molto affilato, consentono di fissare, con un’unica operazione, anche l’ala gocciolante.
  6. Il fissaggio del telo con silicone resistente all’acqua sulle sovrapposizioni e ai bordi (parte critica per le infestanti) permette di ottimizzare ulteriormente la tenuta anche in caso di raffiche di vento molto forti.
  7. Dopo aver tagliato e fissato il telo si può procedere con il posizionamento delle piante.
  8. Per migliorare ulteriormente l’efficacia contro le infestanti nella zona di taglio, sono stati studiati dischi che assicurano la sigillatura dei tagli troppo evidenti.

Pacciamatura nei vasi con ghiaia, ciottoli e cortecce

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  1. GHIAIA
    Disponibile in vari colori e granulometrie, è molto decorativa, specie abbinata a piante mediterranee e alpine. Drena bene il terreno in superficie, lo mantiene umido e, essendo molto scabra, blocca le incursioni di chiocciole e lumache.
  2. CIOTTOLI
    Ve ne sono di vari colori e dimensioni. Stanno bene con le grandi piante marittime, con quelle di gusto orientaleggiante e nelle composizioni moderne in vasi metallici. Ideali con bambù, cordyline, graminacee.
  3. CORTECCIA PER GIARDINO E VASI SMINUZZATA
    Le cortecce per giardino e vasi sono ideali nei barilotti di legno e stese ai piedi di arbusti e piante boschive quali camelie, magnolie, azalee ecc. In un vaso particolarmente ampio, sparse sulla nuda superficie del terriccio, prevengono la crescita di erbe infestanti. Ottime anche per aiuole.

Pacciamatura con conchiglie, lava e vetro

pacciamatura con conchiglie, lava e vetro

  1. CONCHIGLIE
    Grazie alla loro gamma di forme, misure e colori (da bianco al rosa), rappresentano forse la scelta più elegante. Stanno molto bene con graminacee, Ophiopogon e Skimmia japonica. Disporle sopra uno strato di ghiaia se in numero limitato.
  2. LAVA VULCANICA
    Il lapillo vulcanico è un granulato che garantisce da un lato un buon isolamento termico (grazie alla sua microporosità) e dall’altro permette di immagazzinare una buona riserva di acqua riducendo il disseccamento del suolo. Il lapillo per giardino funziona nello stesso modo della corteccia per pacciamatura e si presta perfettamente ad essere utilizzato in aiuole e vasi.
  3. FRAMMENTI DI VETRO
    Si tratta di un nuovo materiale per pacciamature, che si maneggia senza rischio di ferirsi ed è disponibile in vari colori; perfetto per le piantagioni in stile moderno e abbinato a piante scultoree, quali bambù, palme nane e yucche.
Pacciamatura – Panoramica dettagliata ultima modifica: 2023-06-24T10:21:00+02:00 da Faidate Ingiardino

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