La dionea muscipula è la pianta carnivora più diffusa nell’immaginario collettivo: scopriamo la forma, la coltivazione e la sua cura

C’è chi l’ha vista la prima volta nel film “La piccola bottega degli orrori” (1986), quando il regista Frank Oz si ispirò vagamente alla sua forma per creare “Audrey II”, la prima, celebre, pianta carnivora cinematografica.

[amazon_link asins=’B0047HLXBM’ template=’ProductAd’ store=’ingiardino-21′ marketplace=’IT’ link_id=’2b83ffae-f2ea-11e8-853a-2b4f367d3b4f’]C’è chi la definisce, ancora oggi, per fama e diffusione, “venere acchiappamosche”, grazie alla sua capacità di catturare e digerire insetti. E poi, nella storia, c’è chi, come Darwin, la definì “la pianta più spettacolare al mondo”.

Quando si parla della dionea muscipula, ci si riferisce alla pianta carnivora più nota nell’immaginario collettivo. La possiamo coltivare, con cura, nelle nostre case e nei nostri giardini.

Dionea pianta carnivora

La dionaea muscipula è l’unica pianta della sua specie, appartenente alla famiglia delle Droseracee (la stessa della drosophyllum lusitanicum). Alta 10-15 cm, presenta una rosetta di foglie con due pagine fogliari pubescenti e appiccicose, unite simmetricamente e munite di “denti” sul bordo.

In estate sulla rosetta sorgono spighe di fiorellini bianchi, ma la caratteristica fondamentale della pianta sta nella sua proprietà di essere carnivora, quindi nella possibilità di consumare protozoi e piccoli insetti al fine di ottenere nutrienti essenziali per la sua crescita.

Come? Grazie alle foglie: gli organismi, una volta posati sulla superficie della foglia, vengono avvolti e digeriti dai lobi presenti su quest’ultima.

I lobi delle foglie della pianta carnivora dionea inghiottiscono una mosca.

L’aspetto della dionea varia a seconda delle stagioni: d’inverno, le foglie si abbassano al suolo entrando nel cosiddetto periodo di dormienza (sospensione temporanea della crescita metabolica) mentre d’estate le foglie si alzano dritte, pronte per cominciare la loro “attività”.

Esempio di dionea coltivata in vaso.

Originaria degli Stati Uniti, si sviluppa al sole nelle praterie umide e sabbiose, a basso tenore di materia organica.

Dionea coltivazione

Condizioni

La dionea è una pianta che si adatta bene ad entrambe le stagioni (estate/inverno), ma necessita di una condizione essenziale: un buon terreno umido e fortemente acido. Anche nel periodo di dormienza.

Tecnica culturale

Nei climi miti la dionea si può coltivare all’aperto, ma per lo più preferisce essere mantenuta in un vaso basso in serra fresca o giardino d’inverno. Mettiamola in vaso su un piattino pieno di acqua per mantenere il substrato umido.

Esposizione

La dionea è comunemente considerata una pianta molto amante del sole, ma tuttavia risulta opportuno ripararla leggermente (magari con un telo ombreggiante) nei mesi estivi più caldi, settimane dove il caldo eccessivo può causare stress alla pianta. Possiamo stabilire comunque due criteri di esposizione, per quanto riguarda le due fasi che costituiscono l’attività della pianta, quella di attività (vegatativa) e di riposo (periodo di dormienza).

  • Nella fase vegetativa, coltiviamola in esterno;
  • Nella fase di riposo, come indicato alcune righe sopra, possiamo ripararla in serra fredda o altri luoghi idonei quali garage o cantina bene illuminati. Attenzione, specialmente al nord Italia, alle forti gelate: possiamo metterla al riparo anche in un posto buio solo per i giorni di freddo più intenso.
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Temperature

Nella fase di attività, quella vegetativa, è una pianta che sopporta bene le temperature primaverili/estive, comprese dai 20 ai 33-34 gradi centigradi (ricordandoci di coprirla, nel caso di prolungate giornate di caldo, con un telo). Nella fase di riposo, sopporta bene temperature che oscillano tra i 2 e i 10 gradi centigradi.

Tipo di terreno

Garantendo condizioni umide, per il tipo di terreno utilizziamo della torba acida, possibilmente composta di sfagno (muschio), perlite, sabbia o ghiaia fine di quarzo.

Irrigazioni

Essendo semi-palustre, la dionea necessita di una considerevole quantità d’acqua, con scarsa durezza e poco residuo fisso (es. acqua distillata). Non bagniamola dall’alto: presupposto valido per entrambe le fasi.

In quella vegetativa, adottiamo il cosiddetto metodo a vassoio: riempiamo di 2-3 cm il sottovaso, che avrà dei buchi di scarico sul fondo. In quella di riposo, può risultare sufficiente riempire il vassoio (o sottovaso) di solo 1 cm di acqua. Controlliamo successivamente con scrupolosità l’umidità del terreno.

Concimazione

Come tutte le piante carnivore, la dionea non deve essere concimata, in quanto per natura si è adattata a sopravvivere in condizioni di terreno povere di materiale organico.

Propagazione

Se volessimo propagare la dionea, possiamo adottare tre metodi: la propagazione per divisione, per seme e per talea.

  • Per divisione: è la più immediata, e consiste nella separazione del rizoma di una pianta adulta;
  • Per seme: posizioniamo sulla superficie del terreno umido il seme, ma per osservare una plantula a più di 2 cm di diametro occorre a volte aspettare un anno;
  • Per talea: stacchiamo una foglia, possibilmente in ottime condizioni, dal basso. Posizioniamola sulla superficie umida del terreno. Dopo alcune settimane vedremo, dal punto di distacco, una nuova plantula che per formare la radice richiederà del tempo.

Dionea cura

Nonostante sia abbastanza resistente ai parassiti e cocciniglie, la dionea non è esente da alcuni attacchi e alcune avversità.

La più complessa sta nella presenza, complicata da osservare, degli afidi. Quest’ultimi, installandosi sui giovani steli floreali e sui germogli, portano deformazioni delle parti aeree e indeboliscono la pianta. Il primo sintomo può essere un leggero deperimento della pianta e la comparsa proprio degli afidi, corpuscoli bianchi di dimensioni piccolissime, dai 2/3 mm. Se l’infestazione ci dovesse risultare contenuta, anneghiamo la pianta, immergendola completamente per 12/24 ore; se risultasse ormai compromessa ed estesa, utilizziamo un antiparassitario sistemico.

Un altro attacco, questa volta più facilmente osservabile ad occhio nudo, può essere ad opera del ragnetto rosso. Esso si nutre delle cellule vegetali, causando un lento deperimento della nostra dionea: un antiparassitario potrebbe risolvere agevolmente l’infestazione.

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Dionea | La venere acchiappamosche: cura e coltivazione ultima modifica: 2017-12-19T12:31:25+01:00 da Faidate Ingiardino

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