Il Clinopodium nepeta è un’erba aromatica della famiglia delle Lamiacee, meglio conosciuta come mentuccia comune o anche nepetella o nepitella.

La mentuccia cresce spontanea nel bacino del Mediterraneo, dal livello del mare fino a circa 1.500 metri di altitudine; si caratterizza per il profumo particolare che ricorda la menta e viene utilizzata in cucina, in erboristeria e per la preparazione di un liquore aromatico.

Non va confusa con la mentuccia romana, ovvero la Mentha pulegium molto usata nel Lazio, dalla quale si distingue soprattutto per la fioritura: verticale con fiori singoli nel caso della Nepetella, tondeggiante con fiori ravvicinati per la Menta romana.

[amazon_link asins=’B07CRVVSGJ’ template=’ProductAd’ store=’ingiardino-21′ marketplace=’IT’ link_id=’4663c602-e1c9-11e8-91a7-71f30c2d391c’]La mentuccia (Clinopodium nepeta) cresce sui muri, tra le rocce, sui prati incolti e sui cigli delle strade. La pianta ha foglie disposte simmetricamente, ovate e appena seghettate.

Le infiorescenze sono delle cime floreali, ciascuna con cinque e fino a dieci fiori peduncolati di colore viola o rosa, dalla forma a bocca tipica delle piante appartenenti alla famiglia delle Labiatae.

I fiori sono ermafroditi, ma la pianta produce anche solo fiori femminili che compaiono dall’estate fino all’autunno. La pianta viene bottinata dalle api e sono gli insetti a provvedere all’impollinazione dei fiori.

Il fusto è ascendente e legnoso nella parte inferiore. La sua superficie è ricoperta di sottili peli inclinati. La mentuccia arriva ad avere un’altezza di circa quaranta, cinquanta centimetri, ma può arrivare fino ad ottanta centimetri.

Il frutto è uno schizocarpo, ovvero è formato da un insieme di mericarpi che si separano quando giungono alla maturità.

Clima ed esposizione

Clinopodium nepeta

La mentuccia è una pianta molto rustica, trova il suo habitat ideale in tutta la penisola italiana e nel bacino del Mediterraneo in generale.

Cresce, oltre che in Italia, in Nord Africa e Asia Centrale.  Preferisce le posizioni soleggiate o comunque luminose, ma si accontenta anche di esposizioni a mezz’ombra. I suoi semi trasportati dal vento attecchiscono tra le rocce e sui cigli delle strade. Essi sono ricoperti da una sostanza oleosa che attira le formiche, che li trasportano e li spostano.

Terreno ideale

La condizione importante per la coltivazione del Clinopodium nepeta è che il terreno sia ben drenato. Si accontenta anche di suoli aridi e siccitosi, purché non ci siano ristagni idrici, ma il substrato preferito è quello calcareo con un pH basico.

I terreni troppo umidi possono provocare la comparsa di malattie fungine.

Propagazione

Il Clinopodium nepeta si semina nei cassoni freddi e le piantine si dividono in primavera, quando hanno sviluppato quattro o cinque foglie. Può essere coltivata in vaso o in piena terra. La coltivazione in vaso consente di averla sempre a disposizione per gli usi culinari. La pianta, una volta fiorita, può essere tagliata rasa e rispunterà dalle radici rizomatose.

In tarda primavera la semina della mentuccia comune può avvenire in piena terra, senza la necessità di trapiantarla. Tra l’altro, sembra che l’aroma della pianta sia particolarmente gradito ai gatti, che tendono a distruggerla.

Questo tipo di menta è una perenne con gemme svernanti, che vengono protette da una pacciamatura data dalle foglie secche o dalla stessa neve.

Piante di una certa grandezza possono essere moltiplicate mediante la divisione dei cespi, in tarda primavera.

Concimazione

La Nepetella non necessita di essere concimata. Coltivata in campo è una pianta adatta ad entrare in rotazione con altre piante che usufruiscono di concimazioni organiche.

Molto spesso si trova la pianta cresciuta in modo spontaneo in terreni aridi e poveri, che spunta tra pietre e rocce.

Coltivata in vaso, il suo aspetto è più florido e le foglie sono più grandi e carnose.

Malattie e avversità

Molto rustica, la Nepitella non teme attacchi di parassiti e non è facilmente colpita da malattie. L’avversità che più di frequente può manifestarsi in questa pianta è l’oidio, favorita da una posizione poco soleggiata e umida, e da concimazioni organiche che vanno oltre le sue reali necessità.

Raccolta e utilizzo

Del Clinopodium nepeta si utilizzano le foglie ed i fiori. Le suddette parti vanno raccolte all’epoca della fioritura ed essiccate in luoghi freschi, ventilati ed asciutti, al riparo dal sole.

Sin dall’antichità la pianta veniva utilizzata per curare o lenire malanni di varia natura. Le foglie fresche pestate venivano applicate sulle escoriazioni.

Nel Medioevo le si attribuivano virtù quasi miracolose, mentre ricerche più recenti riconoscono alla pianta proprietà toniche, digestive ed anti spasmodiche.

In molte regioni italiane, la mentuccia comune è un ingrediente indispensabile per alcuni piatti tipici. Nella cucina marchigiana la nepetella è fondamentale nella frittata di uova del giorno di Pasqua, mentre nell’isola d’Elba non c’è una buona panzanella che non contenga la mentuccia comune. In Sicilia la pasta alla trapanese è condita con foglie di “neputedda”.

Origini del nome

  • É probabile che il termine nepetella abbia origine dal latino, dal termine nepa che vuol dire serpente. Questo perché gli antichi cedevano che la Nepetella avesse virtù curative nei casi in cui si venisse morsi da un serpente.
  • Il termine clinopodium potrebbe essere invece la traduzione dal greco di kline, che è il letto, e podium che indica i piedi, poiché le infiorescenze somigliano al pomello caratteristico dei piedi di un letto.
Mentuccia comune | Clinopodium nepeta ultima modifica: 2018-11-06T14:53:59+01:00 da LD

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