La Phalaenopsis è l’orchidea più comune a causa della sua facilità di produzione e della disponibilità di piante fiorite tutto l’anno. È una pianta facilmente coltivabile in casa e la fioritura dura per un tempo molto lungo. 

La phalaenopsis è una pianta antichissima appartenente alla famiglia delle orchidaceae, originaria dell’Indonesia, delle Filippine e dell’Australia. Il suo nome deriva da “phalaena”, farfalla, e “opsis”, simile, e il suo aspetto richiama proprio quello di una farfalla, ragion per cui è comunemente chiamata “l’orchidea farfalla”.

Phalaenopsis Aphrodite

Phalaenopsis Aphrodite

A rendere la phalaenopsis una delle piante d’appartamento più diffuse è anche la bassa manutenzione che necessita, si tratta infatti di un esemplare piuttosto semplice da curare. Il fatto che non abbia bisogno di eccessive premure, però, non significa che bisogna trascurarla, anzi, ci sono dei fattori a cui bisogna prestare particolare attenzione.

Phalaenopsis bellina

Phalaenopsis Bellina

Phalaenopsis fioritura

Si tratta di una pianta molto apprezzata per via dei suoi bei fiori colorati, che spaziano dal rosa al viola e dall’arancio al bianco, talvolta caratterizzati anche da striature e macule. La phalaenopsis fiorisce tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.

Phalaenopsis Stuartiana

Phalaenopsis Stuartiana

Esposizione

La Phalaenopsis è una pianta tropicale che in natura si trova nelle zone ombrose delle calde e umide foreste pluviali. Nel nostro paese, perciò, può crescere quasi esclusivamente in appartamento o in una serra riscaldata, dato che qua gli inverni sono troppo rigidi rispetto al suo clima ideale. Essendo anche una pianta piuttosto delicata che in natura cresce riparata dagli alberi, ha bisogno di ricevere luce solare indiretta pertanto la collocazione migliore è indubbiamente davanti una finestra rivolta verso nord-est oppure sud-ovest, dietro una tenda in grado di ripararla dai raggi solari. Capire se un’orchidea farfalla sta prendendo troppa o poca luce è abbastanza semplice e basta osservarla: se le foglie sono ingiallite significa che è eccessivamente esposta alla luce, mentre se le gemme cadono lo sono troppo poco. Come già detto, trattandosi di piante tropicali, le phalaenopsis prediligono i climi caldi e infatti la loro temperatura ideale è intorno ai 24°. Tuttavia possono sopportare senza problemi anche punte di 35° gradi, a patto però che siano state collocate in un ambiente ombreggiato, con una buona percentuale di umidità (oltre il 60-70%) e soprattutto ben areato, purchè non in mezzo a forti correnti.

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Tipo di terreno

La scelta del terriccio giusto è un aspetto fondamentale, bisogna perciò prediligerne uno terriccio per orchidee specifico. La phalaenopsis ha bisogno, infatti, di un terreno leggero e ben drenato, ma in grado di mantenere comunque un certo grado di umidità. Un buon terriccio per la phalaenopsis potrebbe essere composto per 2/3 da fibra di Osmunda e 1/3 da torba bionda di sfagno.

Spesso quando si acquista un’orchidea nel suo vaso si trova un composto formato da pezzi di corteccia di abete: utilizzatelo pure come substrato perchè questo è il materiale ideale per non soffocare le radici e lasciarle espandere. Infatti, quello che comunemente viene chiamato “bark” (corteccia) altro non è che frammenti di corteccia di abete rosso e di abete Douglas (noto anche come Pino dell’Oregon). Se si mischia il bark a del polistirolo espanso, si ottiene un ottimo substrato economico e particolarmente adatto alle radici delle orchidee. In alternativa si possono utilizzare un’ampia varietà di materiali come l’argilla espansa, carbone di legna, terra di brughiera, corteccia di sughero o perlite. Ciò che conta è creare un ambiente idoneo alle radici, in modo tale che queste siano in grado di espandersi e di riuscire a raggiungere le sostanze nutritive di cui la pianta ha bisogno.

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Tra i tipi di orchidee, la Phalaenopsis è sicuramente quella più amata

Phalaenopsis innaffiatura

La phalaenopsis non necessita di molta acqua durante i mesi invernali, perciò in quei mesi sarà sufficiente bagnarla una volta a settimana. In primavera e in estate, invece, bisognerà innaffiarla ogni 3 o 4 giorni, regolandosi osservando lo stato delle radici: quando iniziano ad asciugarsi, passando dal colore verde verso il grigiastro, è il momento giusto per l’irrigazione. La tecnica migliore è sicuramente quella dell’immersione, avendo cura di far impregnare bene il terriccio per circa 20 minuti. È consigliabile utilizzare acqua poco acida e non dura, come quella piovana o demineralizzata. Attenzione a non eccedere con l’irrigazione e a scolare bene il vaso dopo l’annaffiamento, in quanto i ristagni d’acqua sono potenzialmente dannosi e possono far marcire le radici ed esporre la pianta a malattie. Oltre all’acqua, una volta al mese è importante somministrare all’orchidea anche del concime. Quest’ultimo deve essere particolarmente ricco di azoto durante la primavera e l’estate, nei mesi più freddi invece la pianta ha maggiormente bisogno di potassio e fosforo, fondamentali per la futura fioritura.

Phalaenopsis Gigantea

Phalaenopsis Gigantea

Potatura 

L’argomento “potatura” quando si parla di orchidee è molto controverso ed esistono le opinioni più disparate. In generale, è buona norma rimuovere gli steli appassiti ed eventuali parti rovinate, tagliando sempre sopra il primo nodo vivo presente. Mi raccomando: da una buona potatura dipenderà poi la fioritura della pianta, evento che nelle condizioni ottimali può verificarsi anche 3 volte l’anno. Per il taglio utilizzate sempre e solo forbici adatte e precedentemente disinfettate, in quanto la potatura è un momento molto delicato per la pianta che viene esposta maggiormente a rischio di infezioni. Dopo, per accelerare il processo di cicatrizzazione, potete usare un apposito mastice, una colla di origine vegetale che aiuta le ferite della pianta a rimarginarsi.

Phalaenopsis Amabilis

Phalaenopsis Amabilis, splendide orchidee bianche

Phalaenopsis Amabilis

Dettaglio dell’orchidea Phalaenopsis Amabilis

Propagazione

Come tutte le piante anche le orchidee si possono riprodurre, attraverso i semi oppure le talee. Solitamente si sceglie la talea, il metodo più efficace e rapido per ottenere delle piante uguali a quella madre. Questa tecnica prevede la rimozione dei cosiddetti “keiki”, una porzione giovane della pianta simile ad un lungo getto. Questi che potranno essere tagliati solo quando avranno formato le radici; solo a questo punto dovranno essere messi in vaso insieme a un composto di torba e sabbia. Le piante ibride difficilmente producono keiki, per cui la loro propagazione risulta particolarmente complessa e di fatto realizzabile esclusivamente in laboratorio grazie ad uno speciale trattamento.

Phalaenopsis violacea screziata, varietà Gigantea

Le orchidee blu

La vera orchidea blu è la specie Vanda Coeruleaa. La durata della pianta è perenne, la fioritura avviene in estate e autunno. . Essendo una pianta “spontanea”, la Vanda Coerulea è molto resistente a malattie, sopratutto ad infestazioni parassitarie e ha la capacità di adattarsi a situazioni ambientali avverse.

Phalaenopsis blu, ovvero Vanda Coerulea la vera orchidea blu

Esistono molte varietà di Phalaenopsis e ne trovate un ampio catalogo sul sito OrchidRoots.

Phalaenopsis l’orchidea più resistente ultima modifica: 2018-07-23T09:00:59+02:00 da LD

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